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Tsunami Schema

Schema di un terremoto sottomarino e del conseguente maremoto

I terremoti sottomarini, se di scala Richter superiore a magnitudo 6.5 - 7, possono causare uno spostamento della massa d'acqua sovrastante tale da generare una o più onde alte da pochi metri ad oltre 100 metri. Quando queste onde incontrano la terraferma o delle isole, si abbattono in modo devastante sul litorale, arrivando ad addentrarsi anche per chilometri all'interno. Il fenomeno complessivo della generazione delle onde e del devastante effetto di queste ultime è detto maremoto.

Tragicamente noto il maremoto dell'Oceano Indiano le cui onde hanno devastato, il 26 dicembre 2004, una larghissima area del sud-est asiatico, dalla Malesia alla Somalia e causato danni per miliardi di dollari, nonché migliaia di decessi. Andando più indietro nel tempo si citano il terremoto del 1908, un terremoto sottomarino che causò un devastante maremoto sulle coste di Sicilia e Calabria ed il maremoto che distrusse Santorini, facendo terminare la civiltà minoica.

Ultimamente il termine tsunami (dal giapponse tsu "porto" e nami "onda", ovvero "onda contro il porto") è ormai entrato in uso nella lingua italiana corrente come sinonimo di maremoto, soprattutto grazie all'abuso di tale termine da parte di giornali e televisioni, a discapito del termine italiano. Il significato dei due termini è sostanzialmente lo stesso: indica una ondata anomala che si abbatte sulle coste, a prescindere dalla causa che possa averla originata. L'origine, infatti, può spesso essere un terremoto sottomarino, il quale, pur interessando il fondo del mare, è comunque un movimento della crosta terrestre, quindi è semplicemente un terremoto. Non per questo il termine maremoto è però in alcun modo legato a tale eventuale origine sismica, tant'è vero che si parla di maremoto anche descrivendo un'ondata prodotta dall'impatto di un grosso meteorite con un oceano.

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